Contro la vivisezione una battaglia di civiltà, sostiene la collega Silvana Amati su “L’Unità” del 5 maggio; certo. E’ sacrosanta ogni iniziativa per impedire violenze e abusi sugli animali, contro forme di maltrattamento degli animali. Ma è necessario non far confusione tra vivisezione, sperimentazione animale e libertà di ricerca scientifica, per le quali spesso, troppo spesso si tracciano strumentalmente inaccettabili equazioni.
Quando, tempo fa, sono esplose le polemiche a proposito dei macachi dello stabilimento di Correzzana i carabinieri, inviati dal ministro della salute Balduzzi, non hanno riscontrato irregolarità di sorta. Ora le polemiche si sono di nuovo spostate su Green Hill di Montichiari.Attivisti animalisti si sono introdotti nell’allevamento e liberato alcuni cuccioli. È passato in cavalleria che per questa “liberazione” una proprietà sia stata danneggiata, e pur senza conseguenze gravi, ci si sia esibiti in comportamenti violenti. Occorrerà pur dire che gesti di violenza e di violazione di proprietà vanno condannati ed è sbagliato osservarli con compiaciuta approvazione: i mezzi non giustificano il fine, piuttosto lo qualificano.
Enzo Biagi una volta intervistò un chirurgo specializzato in interventi al cuore di neonati affetti da malformazioni congenite. Aveva appena operato un piccolo di 18 giorni, restituendogli, letteralmente, la vita. Aveva acquisito una simile capacità, spiegò, grazie allo studio, ad attrezzature sofisticate, scambio di esperienze di colleghi, prove su cadaveri e animali. Ci fu un inizio di contestazione da parte del pubblico. Il chirurgo replicò ai suoi contestatori: «Bene, vorrà dire che sperimenterò la mia tecnica sul cuore dei vostri figli e curerò il cuore malato dei cani». Nessuno più fiatò.
È un esempio, ma mille altri ne potrei fare per dire che tra le più importanti scoperte che hanno caratterizzato il percorso della ricerca scientifica, e salvato la vita di milioni di individui, senza la sperimentazione sul modello animale non sarebbero mai state raggiunte.
È in nome della libertà di ricerca scientifica che si batté Luca Coscioni e che lo portò a fondare
l’associazione che porta il suo nome. La sperimentazione sul modello animale si è notevolmente ridotta ma è indispensabile. Ed è proprio grazie al lavoro di ricerca di scienziati che non si tocca un solo animale se non strettamente necessario. Non dimentichiamo che nei casi in cui la sperimentazione animale è necessaria, ci sono regole molte rigide da seguire che ne valutano non solo l’effettiva necessità, ma anche il modo con cui la ricerca verrà svolta. E io mi sento di difendere questa ricerca contro ogni forma di fondamentalismo e dogmatismo antiscientifici. Invito a riflettere su quanto ci dice il filosofo spagnolo Fernand Savater: «I veri barbari sono coloro che non distinguono uomini e animali. Caligola fece senatore un cavallo e uccise centinaia di persone che non apprezzava. Quello era un barbaro. Trattava gli uomini come gli animali e gli animali come gli uomini».
Maria Antonietta Farina Coscioni
da L’Unità - 11-05-2012